Il poeta turco İlhan Berk nasceva il 18 novembre di cento anni fa a Manisa, città ottomana che venne quasi completamente distrutta dai Greci in ritirata tre anni dopo. Berk fu insegnante di francese e in seguito traduttore presso l’ufficio editoriale della Banca Zirasi. Tra i poeti da lui tradotti Arthur Rimbaud e Ezra Pound. I suoi versi sono particolari grazie all’uso di parole colloquiali e di altre specificamente tecniche come termini musicali e nomi di piante. Le sue poesie trattano d’amore, di storia, geografia e arti visive, rendono protagoniste Parigi, Istanbul e Ankara in una sintesi tra Oriente e Occidente con un approccio unico e postmoderno.
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PAROLE D’AMORE
Amore mio, ecco settembre
Ed ecco il tuo viso che dolcemente palpita.
Il tempo infinito
Come le poesie incompiute.
È come contare certe tristezze
Certi fiumi.
Noi che abbiamo vissuto la parentesi del tempo
(Sulle rive agitate del desiderio).
Per questo il nostro amore
Ha la tristezza eterna di un crepuscolo?
(da Storia segreta della poesia, 1982)
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NON HO MAI VISTO UN TALE AMORE O UNA TALE SEPARAZIONE
Ogni volta che penso a te
Una gazzella si piega a bere l’acqua
E io allargo i prati
Con te ogni notte
Un’oliva verde
E
un lembo di mare azzurro
Portami con te
Ogni volta che ti sogno
Pianto rose dove tocca la mia mano
Do acqua ai cavalli
E mi innamoro sempre più delle montagne
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BELLA
Bella,
il tuo corpo è il luogo del mio esilio
(Quell’erba grigia, caro lino)
Lì il cielo, i soli, la storia
Il tabacco dei tuoi capelli e il tuo collo
Lì il pallido atlante della tua bocca
Tutta la geografia.
Io che sono un fallito, un perduto, uno scarto
L’oliva rassegnata del nostro secolo
Il ricordo di un bosco,
nei suoi denti di latte.
Offerta
Ovunque tu sia quel luogo me lo dice
Bella,
il fiume profondo, sereno del tuo corpo.
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LA FRASE DEL GIORNO
La poesia non si insegna, non si impara, si incontra.
İLHAN BERK
İlhan Berk (Manisa, 18 novembre 1918 – Bodrum, 28 agosto 2008), poeta turco. Figura dominante nella corrente postmoderna, la cosiddetta “seconda nuova generazione”, è passato da un approccio di epica socialista alla visione onirica di una lirica erotica e individuale in una sintesi di poesia orientale e occidentale.
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