venerdì 16 novembre 2018

Era bello quel pomeriggio


DINOS CHRISTIANOPOULOS

POMERIGGIO

Era bello quel pomeriggio con l’interminabile discussione sul marciapiede.
Gli uccelli cinguettavano, passava la gente, correvano le automobili.
Dalla finestra di fronte si udivano
rebetika
alla
radio e la figlia del nostro vicino cantava la sua pena.
L’acacia si sfogliava e profumava il gelsomino
e vicino al muro i bambini giocavano a nascondino
e le bambine saltavano la corda —
giocavano vicino al muro e non sapevano della morte,
giocavano vicino al muro e non sapevano del rimorso,
e ho amato molto gli uomini quel pomeriggio,
non so perché, li ho amati molto, come un moribondo.

(da Periferia, 1969)

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La dolcezza di un pomeriggio assolato di primavera, i bambini che giocano a nascondino, le bambine che saltano la corda: quell’innocenza commuove il poeta greco Dinos Christianopoulos, che come il vecchio Cremete dell’Heautontimorumenos di Terenzio, si sente parte di questa umanità e come lui potrebbe ripetere: “sono un uomo, niente di ciò che è umano ritengo a me estraneo”.

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Rashid

KATHLEEN RASHID, “IL SALTO DELLA CORDA”

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LA FRASE DEL GIORNO
Il mare è come l’amore: entri e non sai se uscirai.
DINOS CHRISTIANOPOULOS




Ntinos_ChristianopoulosDinos Christianopoulos, pseudonimo di Konstantinos Dimitriadis (Salonicco , 20 marzo 1931 ) poeta, romanziere e traduttore greco. Ricercatore di tradizioni folkloristiche, ha esordito nel 1950 con Stagione di vacche magre. Tra i suoi temi prediletti il progresso sociale, l’amore omosessuale e l’effimera passione erotica che porta all'umiliazione e alla solitudine.


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