ADAM ZAGAJEWSKI
DALLA VITA DEGLI OGGETTI
La pelle levigata degli oggetti è tesa
come la tenda di un circo.
Sopraggiunge la sera.
Benvenuta, oscurità.
Addio, luce del giorno.
Siamo come palpebre, dicono le cose,
sfioriamo l'occhio e l'aria, l'oscurità
e la luce, l'India e l'Europa.
E all'improvviso sono io a parlare: sapete,
cose, cos'è la sofferenza?
Siete mai state affamate, sole, sperdute?
Avete pianto? E conoscete la paura?
La vergogna? Sapete cosa sono invidia e gelosia,
i peccati veniali non inclusi nel perdono?
Avete mai amato? Vi siete mai sentite morire
quando di notte il vento spalanca le finestre e penetra
nel cuore raggelato? Avete conosciuto la vecchiaia,
il lutto, il trascorrere del tempo?
Cala il silenzio.
Sulla parete danza l'ago del barometro.
(da Della vita degli oggetti – Poesie 1983-2005, Adelphi, 2012)
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Il visibile e l’invisibile, la luce che dà forma agli oggetti di tutti i giorni: scende la sera, arriva il buio e la percezione cambia. Da qui prende spunto il poeta polacco Adam Zagajewski per ragionare sul destino umano, sul vivere, sulle emozioni che quegli oggetti inanimati non hanno e che ci fanno umani.
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FOTOGRAFIA © ATELIER GIORGIO MORANDI – GRIZZANA
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LA FRASE DEL GIORNO
L'occhio non vede cose ma figure di cose che significano altre cose.
ITALO CALVINO, Le città invisibili
Adam Zagajewski (Leopoli, Ucraina, 21 giugno 1945), poeta, scrittore e saggista polacco. Esordì nel 1972 con Komunikat. Esponente della New Wave polacca, nel 1976 aderì al Comitato per la Difesa degli Operai e la dittatura comunista gli impedì di pubblicare. Cominciò allora il suo esilio a Houston e Parigi. Tornò a risiedere a Cracovia nel 2002.
2 commenti:
.."partecipare/partecipe alla vita"..ecco come definisco questa poesia.
ciaoo Vania:)
...che è appunto caratteristica umana
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