“Daria aveva maturato una voce nuova, moderna e classica, per niente alla moda, ma libera e anche audace” scrisse Lalla Romano sul Corriere della Sera nel ricordo dedicato alla scomparsa dell’amica poetessa Daria Menicanti, avvenuta il 4 gennaio 1995. Daria, che era nata il 6 aprile 1914 da padre toscano e madre istriana, cominciò a pubblicare solo nel 1964: Città come fu il suo esordio, cui seguirono Un nero d’ombra (1969), Poesie per un passante (1978), Altri amici (1986), Ferragosto, (1986), Ultimo quarto (1990). Come rileva Silvio Raffo, in lei si mescolano il registro sarcastico e ironico e quello più sottile della malinconia.
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EPIGRAMMA PER IL CUORE
Se il cuore è innamorato
il fracasso che fa.
Io non capisco come mai la gente
non se ne avveda mentre quello va
tambureggiando sospeso nel petto
e non sosti interdetta a domandarsi
qual che si sia e chi fa.
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GNOMICA
Da tempo ho smesso di rubare amori
di prendere per me le cose belle
di bere scaltra un sorso
dal bicchiere di un'altra.
Meglio - oramai da tempo mi ripeto -
meglio avere rimpianti che rimorsi.
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POETESSA
Viene lì una che pare un idrante
- Sono, dice, Rossana Battistoni -
e via che si mette a leggermi i suoi versi.
Dio mio
Dio mio
quanto mai devo aver peccato
contro il tuo volto santo
se mi hai costretta già in vita ad ascoltare
versi efferati da tale Battistoni.
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FUCO
Beato il fuco che avendo gustato
della regina, inconscio se ne muore
al sole senza aver lavorato
nemmeno un giorno.
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LA FRASE DEL GIORNO
Vivere è tutti i giorni cominciare.
DARIA MENICANTI, Poesie per un passante
Daria Menicanti (Piacenza, 1914 – Mozzate, 4 gennaio 1995), poetessa, insegnante e traduttrice italiana. In lei si mescolano il registro sarcastico e ironico e quello più sottile della malinconia. Per Lalla Romano la sua era “una voce nuova, moderna e classica, per niente alla moda, ma libera e anche audace”.
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