VINCENZO CARDARELLI
APRILE
Quante parole stanche
Mi vengono alla mente
In questo giorno piovoso d’aprile
Che l’aria è come nube che si spappola
O fior che si disfiora.
Dentro un velo di pioggia
Tutto è vestito a nuovo.
La umida e cara terra
Mi punge e mi discioglie.
Se gli occhi tuoi son paludosi e neri
Il mio dolore è fresco
Come un ruscello.
(da Poesie, Mondadori, 1949)
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Un dolore che si rinnova come fa la primavera, che nutre il suo variopinto caleidoscopio di fiori con la pioggia d’aprile, una ferita che si riapre e torna a sanguinare, se mai ha smesso. Vincenzo Cardarelli conferma la sua vena di tormentata inquietudine, la malinconia del suo vivere, la “tristezza inevitabile”, la solitudine che lo caratterizzò per tutta la vita.
.FOTOGRAFIA © HD WALLPAPER
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LA FRASE DEL GIORNO
Amore e primavera vanno insieme.
VINCENZO CARDARELLI, Poesie
Vincenzo Cardarelli, nato Nazareno Caldarelli (Corneto Tarquinia, 1º maggio 1887 – Roma, 18 giugno 1959), poeta, scrittore e giornalista italiano. Sorta dall’Avanguardia degli Anni Dieci, la sua poetica rivela influssi dell’espressionismo linguistico e del frammentismo, ad esprimere temi come lo sradicamento, il viaggio, l'adolescenza, la perdita di identità.
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