IOSIF BRODSKIJ
STROFE VENEZIANE, 2, III
La luce vi disserra l’occhio come conchiglia; e le conchiglie
degli orecchi vi inonda lo scampanìo dei campanili.
All’abbeveratoio vanno a bere il bagliore della riva
cupole a mandrie.
Dalle imposte spalancate vi battono nelle nari
stracci gualciti, caffè forte, orzo.
Affonda in gola al drago di un San Giorgio d’oro
la picca, come nell’inchiostro.
(da Poesie italiane, 1996 - Traduzione di Giovanni Buttafava e Serena Vitale)
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Dopo una “notte moltiplicata dal mare per due”, Venezia si risveglia. E al poeta russo Iosif Brodskij la città scelta come luogo del cuore, come forma perfetta per la sua anima, rivela come ogni mattina la sua bellezza, il suo splendore che non è solo estetico, ma è anche quello degli infiniti riflessi e bagliori che il sole strappa alla laguna, alle cupole delle cento chiese che suonano all’unisono.
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FOTOGRAFIA © TRIPSWITHTOTS
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LA FRASE DEL GIORNO
Venezia! Esiste un nome nelle lingue umane che abbia fatto sognare più di questo?
GUY DE MAUPASSANT, Gil Blas, 5 maggio 1885
2 commenti:
..parole che s'intrecciano e formano magie...come lo è la foto ...magica:)
ciaoo Vania:)
la magia di Venezia, come sai bene, è unica
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