RAINER MARIA RILKE
ORTENSIA ROSA
Chi di questo rosa si è appropriato?
Chi seppe che il corimbo ne era pieno?
Questo, a cui il mite rosso or viene meno
come ad un fregio l’oro: consumato.
E nulla in cambio a tanto rosa anela!
Crede nell’aria sia e sorrida ancora?
o fra angeli accolto, con cautela,
mentre, svanendo, generoso odora?
O forse è lui che sperpero ne fa
perché occultargli lo sfiorire spera.
Sotto il rosa però in ascolto c’era
un verde che ora è vizzo e tutto sa.
Parigi, autunno 1907
(da Nuove poesie, 1908 - Traduzione di Marino Marchello)
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Come in Ortensia azzurra, anche in questi versi complementari ad essa e scritti dopo aver visitato la retrospettiva su Cézanne al Salon d’Automne di Parigi, il poeta austriaco Rainer Maria Rike indaga sulla caducità dell’esistenza. Se là, in un sonetto scritto a luglio, “Come su tavolozze ultimo verde / son queste foglie, secche, opache e ruvide / dietro le inflorescenze che un azzurro / non hanno in sé, ma da lontano specchiano” ancora si sprigionava in tutta la sua essenza l’azzurro, qui i colori svaniscono, virano verso il seppia autunnale.
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FOTOGRAFIA © DANIELE RIVA
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LA FRASE DEL GIORNO
Chi crea deve essere un mondo per sé e in sé trovare tutto, e nella natura sua compagna.
RAINER MARIA RILKE, Lettere a un giovane poeta
René Karl Wilhelm Johann Josef Maria Rilke, noto come Rainer Maria Rilke (Praga, 4 dicembre 1875 – Les Planches, 29 dicembre 1926), scrittore, poeta e drammaturgo austriaco di origine boema. È celebre soprattutto per le Elegie duinesi i Sonetti a Orfeo e I quaderni di Malte Laurids Brigge. La sua poesia, influenzata da Nietzsche, vede una realtà senza consolazioni.
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