LOUIS MACNEICE
ALLA POSTERITÀ
Quando i libri saranno tutti irrigiditi come i libri nei cimiteri
e la lettura e persino la parola saranno rimpiazzati
da altri mezzi, meno difficili, ci chiediamo se voi
troverete nei fiori e nei frutti lo stesso colore e il sapore
che avevano per noi che li abbiamo formulati a parole,
e se sarà verde la vostra erba e azzurri i vostri cieli,
o se gli uccelli saranno per sempre senza ali?
(da Poesie raccolte, 1979)
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Il futuro, la tecnologia, spoglierà di poesia il mondo? Lo renderà più meccanizzato, più veloce, più vicino al pensiero e più indipendente dai mezzi di comunicazione conosciuti? Se lo chiedeva parecchi anni fa il poeta nordirlandese Louis MacNeice. Ebbene, siamo già noi quei posteri cui si rivolge, figli dell’informatica e della miniaturizzazione delle macchine. E sì, cominciamo a capire quel discorso già solo pensando ai libri: non sono diventati di granito come quelli nelle lapidi dei cimiteri, si sono trasformati in e-book, comodissimi anche per trasportare un’intera biblioteca in pochi centimetri quadrati, ma senza l’impagabile profumo della carta o il suo fruscio.
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FOTOGRAFIA © KEYSTONE
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LA FRASE DEL GIORNO
Il poeta è un creatore, non un commerciante al dettaglio.
LOUIS MACNEICE
Louis MacNeice (Belfast, 12 settembre 1907 – Londra, 3 settembre 1963), poeta britannico di cultura irlandese. Dopo essersi specializzato in lettere classiche, insegnò greco in varie università. Dal 1941, in Inghilterra, si dedicò alla regia di drammi radiofonici. Il suo pensiero fu profondamente agnostico. Tradusse Goethe ed Eschilo.
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