sabato 23 ottobre 2021

La cerimonia del tè


HAKUSHŪ KITAHARA

IL MAESTRO DEL TÈ

Sen Rikyu amava la cerimonia del tè
perché lo gratificava lo spirito del tè.

Anima tranquilla dall’alba al tramonto,
il fumo era ancora più amato del tè.

Mantenere la raffinatezza nell’apparenza
equivale a purificare l’anima con delicatezza.

Perciò Rikyu rimaneva seduto
e sorrideva al sole fioco sotto il padiglione del tè.

(da Antología de la poesía moderna del Japón, 1868-1945, UNAM, 2010)

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La cerimonia del tè è l’arte di preparare la bevanda nelle culture dell’estremo Oriente: un’attività che prevede una serie di gesti, riti e strumenti che trasforma la mera preparazione e presentazione in un atto religioso e meditativo. Il monaco buddhista Sen no Rikyū fondò nel XVI secolo la scuola Senko per la cerimonia del tè. Dietro la sua influenza le stoviglie e l’architettura legate al rituale assunsero una nuova semplicità e una severità nel design. Il poeta giapponese Hakushū Kitahara rende omaggio a Rikyū e al wabi da lui teorizzato, la filosofia dell’essenzialità e dell’estrema sintesi di ogni forma, il totale rifiuto degli orpelli.

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FOTOGRAFIA © TRADITIONAL MEDICINALS

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LA FRASE DEL GIORNO
Il rituale del tè, quel puntuale rinnovarsi degli stessi gesti e della stessa degustazione, quell'accesso a sensazioni semplici, autentiche e raffinate, quella libertà concessa a tutti, a poco prezzo, di diventare aristocratici del gusto, perché il tè è la bevanda dei ricchi così come dei poveri, il rituale del tè, quindi, ha la straordinaria virtù di aprire una breccia di serena armonia nell'assurdità delle nostre vite.
MURIEL BARBERY, L’eleganza del riccio




Hakushū Kitahara  (Yanagawa, 25 gennaio 1885 – Kamakura, 2 novembre 1942), pseudonimo di Ryūkichi Kitahara), poeta giapponese di tanka, attivo durante i periodi Taishō e Shōwa. In disaccordo con il Naturalismo, influenzò la poesia giapponese moderna apportandovi il suo stile decadente, estetico e simbolico.



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