LAMBROS PORFIRAS
IL PAESE OFFUSCATO
Molte volte nell'ora arcana della sera,
quando giro con l'anima grave dei pensieri,
spesso emerge nella solitudine un incorporeo paese,
un paese silenzioso sempre e sempre offuscato.
Le case sue sono chiuse e son vecchie. Rami
sporgono dai poveri cortili in rovina,
sui muri, sulle soglie spuntano erbe
e di verde muffa sono vestiti i tetti.
Così è. Certe case, forse le ho viste nel triste esilio,
altre qui nel borgo, e altre nell'isola mia,
qualcuna sulla strada in riva al mare in anni felici,
e tutte quante, questo paese intero, mi parlano della mia vita.
Ah, mentre m'inoltro nei suoi ingrati vicoli a sera,
nessuno più esiste per venirmi incontro.
Sono l'unico l'ultimo passante io a traversarle.
Ricordi amore: si spegne la scarsa luce e tramonto.
Lentamente del tutto si spegne. E il paese offuscato
insieme ad essa in silenzio sprofonda a me lontano.
Giro curvo. E ahimè, intorno non mi resta
che notte e tenebre e solitudine senza fine.
(da Ombre, 1920)
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Il poeta greco Lambros Porfiras era un uomo solitario e malinconico: viveva lontano dai circoli sociali e letterari prediligendo le taverne popolari come quella di Freattide al Pireo, dove era solito bere retsina e codificare l’etichetta dei frequentatori di osterie. Possiamo immaginarlo in questa sua passeggiata solitaria nel crepuscolo, aggirarsi in questo vecchio borgo e abbeverarsi di quella solitudine e di quella malinconia.
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THOMAS MORAN, "PUEBLO AL TRAMONTO, LAGUNA"
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LA FRASE DEL GIORNO
Al crepuscolo, le cose diventano tutte uguali. La nudità le affratella. Sembrano tutte ugualmente consapevoli che la giornata è al termine, che sta per cancellarle.
CARLO CASSOLA, Fogli di diario
Lambros Porfiras (pseudonimo di Dimitrios Sypsomos (Kardamyla Chio, 1879 - Atene, 3 dicembre 1932), poeta greco. Uomo malinconico e solitario, cantò nelle sue poesie l'amore, il mare e la natura greca, le taverne e le cose umili. Simbolista, utilizzò però un linguaggio semplice e musicale, dolce e armonico.
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