mercoledì 27 gennaio 2021

Una nuova teologia


YEHUDA AMICHAI

GLI DEI CAMBIANO, LE PREGHIERE SONO ETERNE

Dopo Auschwitz non c’è teologia:
dai camini del Vaticano si leva fumo bianco,
segno che i cardinali hanno eletto il papa.
Dalle fornaci di Auschwitz si leva fumo nero,
segno che gli dei non hanno ancora deciso di eleggere
il popolo eletto.

Dopo Auschwitz non c’è teologia:
le cifre sugli avambracci dei prigionieri dello sterminio
sono i numeri telefonici di Dio
da cui non c’è risposta
e ora, a uno a uno, non sono più collegati.

Dopo Auschwitz c’è una nuova teologia:
gli ebrei morti nella Shoah
somigliano adesso al loro Dio
che non ha immagine corporea né corpo:
Essi non hanno immagine corporea né corpo.

(da Aperto chiuso aperto, 2000)

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“Dopo Auschwitz non può esistere più la poesia” scrisse il teologo tedesco Theodor W. Adorno. Gli rispose un altro tedesco, Hans Sahl: “Noi crediamo che le poesie / siano ridiventate possibili / ora più che mai, per la semplice ragione che / solo in poesia si può esprimere / ciò che altrimenti / sarebbe superiore a ogni descrizione”. Un altro poeta, l’israeliano Yehuda Amichai, ribatte invece che non può esistere più teologia: nel fumo nero di Auschwitz anche Dio è stato ucciso dalla folle furia umana, da quel male che si è rivelato.

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LA FRASE DEL GIORNO
Mai dimenticherò tutto ciò, anche se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso. Mai.
ELIE WIESEL, La notte




YeYehuda_Amichaihuda Amichai, all'anagrafe Ludwig Pfeuffer (Würzburg, 3 maggio 1924 – Gerusalemme, 22 settembre 2000), è considerato da molti il più grande poeta israeliano moderno, ed è stato uno dei primi a scrivere poesia in ebraico colloquiale.


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