MARINO MORETTI
PASTORALE D'EPIFANIA
Ascolta, finalmente, anima mia,
in una sera azzurra d'ombra, folta
d'astri, vibrante di ricordi, ascolta
la pastorale dell'Epifania.
La melodia che in te, desta, s'ostina.
La melodia che in te, sopita, sogna.
È voce di zampogna
di fede montanina.
E tu chiudi le tue palpebre umane
ed apri gli occhi nel tuo sogno mite.
E sogni solitudini infinite
e vedi solitudini montane.
E grandi fuochi e greggi bianchi in via
e neri abeti in mezzo a tanto argento
e fonti ove s'abbevera l'armento
che va, che va verso la prateria.
Apparsa è in cielo stella di presagi
o della Profezia
che segue nella via
notturna i tre cavalli dei Re Magi.
Vestiti delle loro fogge bizzarre
giungono alla capanna per esporre
i lor doni Melchiorre,
Gaspare, Baldassarre.
Ed offre il Re di Saba al suo mostrarsi
l'oro ed il Re d'Arabia dall'immenso
mantello beduino il sacro incenso
e l'odorosa mirra il Re di Tarsi.
Or ecco la zampogna. E il cuore ingordo
respira tutta la dolcezza ignota
che passa in una nota,
o spira nell'ebbrezza di un ricordo.
Canta sommessa la zampogna e il cuore
ciò che non seppe aver forse le chiede
un conforto, una fede,
e la dolce virtù del suo pastore.
Chiede altre cose mentre il canto s'alza
e si diffonde nella sera blanda:
quante cose domanda
rinchiuse in una lor pendula calza.
Nell'aria di cristallo or voci strane
mescolate all'afrore degli agrumi:
e penduli salumi
e filze di banane...
Si tace la zampogna; uggiola un cane.
S'accendono altre stelle, e lumi lumi.
O dolce cuore, perché ti consumi
in desideri di cose lontane?
(da Poesie scritte col lapis, Ricciardi, 1910)
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L’Epifania era la vera festa dei doni, poi soppiantata dal commerciale Babbo Natale: i saggi Re Magi nella civiltà contadina portavano dolci – le carrube, ricordava mio nonno – come se fossero le cose più preziose e lo erano in tempi in cui si tirava la cinghia e non si sprecava. I bambini allora lasciavano il latte per i cammelli – altro racconto che mi faceva mio nonno ogni 6 gennaio. È questa l’Epifania di oltre un secolo fa del poeta crepuscolare Marino Moretti.
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GIOTTO, "ADORAZIONE DEI MAGI", PADOVA, CAPPELLA SCROVEGNI, 1303-1305
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LA FRASE DEL GIORNO
E voi re magi dalla ricca sella / che camminate dietro la stella / portando un sacco di doni, / e parete così buoni / con la barba e l'occhio mite, / chi cercate? Dite, dite, / e i tesori a chi gli offrite?
ANGIOLO SILVIO NOVARO, Il cestello
Marino Moretti (Cesenatico, 18 luglio 1885 – 6 luglio 1979), poeta, romanziere e drammaturgo italiano. Nell’ambito del crepuscolarismo descrive vicende semplici ambientate nella provincia romagnola, con personaggi dimessi come il suo stile, che talvolta lascia balenare vene di umorismo.
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