lunedì 4 gennaio 2021

Come Ulisse


LUIS CERNUDA

PELLEGRINO

Tornare? Torni chi ha
dopo lunghi anni, dopo un lungo viaggio,
stanchezza del cammino e una gran voglia
della sua terra, della sua casa, dei suoi amici,
dell'amore che al ritorno fedele lo aspetta.

Piuttosto, e tu? tornare? non pensi a tornare,
ma a proseguire libero avanti,
disponibile per sempre, giovane o vecchio,
senza un figlio che ti cerchi, come Ulisse,
senza un'Itaca che aspetti e senza Penelope.

Prosegui, vai avanti e non tornare indietro,
fedele fino alla fine del cammino e della tua vita.
Non sentire nostalgia di un destino più facile,
i tuoi piedi sopra la terra non calpestata prima,
i tuoi occhi di fronte a ciò che non hai mai visto prima.

(da Desolazione della chimera, 1962)

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Il poeta spagnolo Luis Cernuda nei suoi versi rinunciò a ogni orpello per rifinire fino all’osso il concetto. Fu così anche la sua vita: rigorosamente predisposta all’isolamento e all’estraniamento. Pellegrino è una sorta di testamento in cui esprime questa sua vocazione, lo spirito errante che lo portò dalla natia Siviglia a Malaga e a Madrid, poi a Tolosa, in Scozia, a Oxford, nel Massachusetts e infine a Città del Messico.

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JACK VETTRIANO, "THE DRIFTER"
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LA FRASE DEL GIORNO
Come riempirti, solitudine, se non con te stessa?
LUIS CERNUDA




Luis Cernuda Bidón (Siviglia, 21 settembre 1902 – Città del Messico, 5 novembre 1963), poeta spagnolo. Come molti poeti della "generazione del '27", dopo la guerra civile ha ricercato un'espressione poetica diretta, una tematica umana e oggettiva che rifiuta però una generica etichetta di realismo.


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