PIERLUIGI CAPPELLO
GERICO
È raro sentire cantare in strada
molto più raro sentire fischiare
o fischiettare
se qualcuno lo fa
l'aria sembra fargli spazio
ti sembra che un refolo muova
la flora dei tuoi pensieri
ti metta dove prima non eri;
ma come passa chi fischia
la noia stende le vertebre al sole
e tu rientri dov'eri
dietro il douglas dei serramenti
dentro il livore
degli appartamenti
al tango delle dita sul tavolo ti chiedi
da quali trombe scosse
scrollate le mura
per quali brecce potremo vedere
- fresca -
come un sogno appena sbucciato
la terra che calpesteremo, allegri.
(da Dentro Gerico, La barca di Babele, 2002)
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Gerico è la città che nella Bibbia – Libro di Giosué – viene assediata per sette giorni: al suono delle trombe le mura crollarono e la popolazione fu sterminata tranne la prostituta Raab , che aveva protetto gli infiltrati ebrei. Gerico presuppone quindi un dentro e un fuori le mura e il poeta friulano Pierluigi Cappello riferisce questa suddivisione alle nostre case, ma rovesciandola: il crollo delle mura diventa occasione di confrontarsi con l’altro, di condividerne le vite, come quel fischiettare allegro che ha aperto l’aria ed è un diversivo alla noia di chi si trova assediato.
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NOEL ROCKMORE, "RITRATTO DI RUSSELL THOMAS"
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LA FRASE DEL GIORNO
La noia è il pacchetto vuoto che appallottolo / sulla bilancia delle dita.
PIERLUIGI CAPPELLO, Dentro Gerico
Pierluigi Cappello (Gemona del Friuli, 8 agosto 1967 – Cassacco, 1º ottobre 2017), poeta italiano. La sua vita è stata gravemente segnata da un incidente stradale occorsogli quando aveva sedici anni: dallo schianto della sua moto contro la roccia uscì con il midollo spinale reciso e una perenne immobilità. Ha scritto numerose opere, anche in lingua friulana.
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