VELIMIR CHLÉBNIKOV
GLI UOMINI, QUANDO AMANO
Gli uomini, quando amano,
facendo lunghi sguardi
ed emettendo lunghi sospiri.
Le bestie, quando amano,
iniettando torbido negli occhi
e facendo morsi di schiuma.
I Soli, quando amano,
coprendo le gambe di stoffa di terra
e a passo di danza incedendo verso l'amica.
Gli dei, quando amano,
serrando in giusti limiti il palpito del cosmo,
come Puškin la fiamma d'amore per la cameriera di Volkonskij.
1911
(da Poesie, Einaudi, 1989 – Traduzione di Angelo Maria Ripellino)
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“L'Universo intero ubbidisce all'Amore” scrisse Jean de La Fontaine, e Dante chiude la sua Divina Commedia con la celebre frase “L’amor che move il sole e l’altre stelle”. Ne è convinto anche il poeta russo Velimir Chlébnikov: all’amore non sottostanno solo gli uomini e gli animali, ma anche le stelle e gli dei, l’universo intero. È il medesimo amore, che sia delle stelle o del poeta Puškin.
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CARLO CARRÀ, "DONNA AL BALCONE", 1912
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LA FRASE DEL GIORNO
Platone dice una cosa molto precisa sull'amore: afferma che nello slancio amoroso vi è una scintilla dell'universale.
ALAIN BADIOU, Elogio dell’amore
Velimir Chlébnikov, pseudonimo di Viktor Vladimirovič Chlebnikov (Oblast' di Astrachan', 9 novembre 1885 – Santalovo, 28 giugno 1922), poeta russo, uno dei principali esponenti del Futurismo. Nei suoi versi abbondano le sperimentazioni linguistiche e i neologismi, tanto che diede vita a una lingua poetica detta zaum.
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