FRANCO FORTINI
FOGLIO DI VIA
Dunque nulla di nuovo da questa altezza
Dove ancora un poco senza guardare si parla
E nei capelli il vento cala la sera.
Dunque nessun cammino per discendere
Se non questo del nord dove il sole non tocca
E sono d’acqua i rami degli alberi.
Dunque fra poco senza parole la bocca.
E questa sera saremo in fondo alla valle
Dove le feste han spento tutte le lampade.
Dove una folla tace e gli amici non riconoscono.
(da Foglio di via e altri versi, Einaudi, 1946)
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“Foglio di via” in questo contesto non è certo quello del rimpatrio obbligatorio o del rinvio al luogo di residenza per motivi di pubblica sicurezza. È il foglio di via in ambito militare, il documento di viaggio rilasciato al soldato che si deve spostare. Il poeta fiorentino Franco Fortini addirittura lo usa come titolo per l’intera raccolta: è l’attestato che porta l’uomo ad essere soldato e combattente. E di conseguenza è anche il diario che consente al poeta di trasbordare dall’ermetismo al neoesistenzialismo e di assumere una piena coscienza sociale e politica.
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GIOVANNI FATTORI, "IL RITORNO DEL SOLDATO"
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LA FRASE DEL GIORNO
Ora m'accorgo d'amarti / Italia, di salutarti / necessaria prigione.
FRANCO FORTINI, Foglio di via e altri versi
Franco Fortini, nato Franco Lattes (Firenze, 10 settembre 1917 – Milano, 28 novembre 1994), poeta, critico letterario, saggista e intellettuale italiano. La sua poesia è testimonianza anche ideologica delle lotte di classe del primo dopoguerra, voce progressista e coscienza critica del fallimento degli ideali.
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