giovedì 30 aprile 2020

Quattro stagioni


DYLAN THOMAS

QUI IN PRIMAVERA

Qui in primavera, le stelle navigano il vuoto;
Qui nell’inverno ornamentale
Il nudo cielo viene giù a rovesci;
L’estate seppellisce l’uccello nato in primavera.

I simboli provengono dal lento costeggiare dell’anno
Le rive di quattro stagioni;
Fuochi di tre stagioni insegnano in autunno
E note di quattro uccelli.

Dovrei distinguere l’estate dagli alberi, i vermi,
Se lo fanno, narrano le tempeste dell’inverno
O il funerale del sole;
Dovrei imparare la primavera dal canto del cuculo
E la lumaca mi dovrebbe insegnare distruzione.

Un verme racconta l’estate meglio dell’orologio,
La lumaca è un vivente calendario di giorni;
Che cosa mi dirà se un insetto senza tempo
Dice che il mondo lentamente si consuma?


(Here in this spring, da 25 poesie, 1936)

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Il poeta gallese Dylan Thomas in questa specie di sermone sul tempo che scorre, elenca simboli che rappresentano il corso delle stagioni, il processo di crescita e distruzione e rinascita che fa parte del mondo naturale. Eppure, dice, sembra difficile afferrare che anche l’uomo è parte di questo ciclo di decadimento.

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FOTOGRAFIA © WALLPAPERMANIA

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LA FRASE DEL GIORNO
La sostanza della vita è e sarà sempre per me meno dell'irrealtà
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DYLAN THOMAS, Lettere




Dylan Marlais Thomas (Swansea, 27 ottobre 1914 – New York, 9 novembre 1953), poeta gallese. Surrealismo, simbolismo, neoromanticismo, modernismo risultano variegati nel suo corpus poetico senza però risaltare in quel suo modo di scrivere oscuro in cui morte, natura e amore si mescolano in un gioco di analogie e associazioni talora labirintiche e apertamente visionarie.


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