venerdì 17 aprile 2020

Mi svesto mi vesto


SARAH KIRSCH

CHICCHI NERI

Il pomeriggio prendo un libro in mano
il pomeriggio metto via un libro
il pomeriggio ricordo che c’è guerra
il pomeriggio dimentico ogni guerra
il pomeriggio macino il caffè
il pomeriggio ricompongo
il caffè macinato
a ritroso bei
chicchi neri
il pomeriggio mi svesto mi vesto
prima mi trucco poi mi lavo
canto sto muta.


(da Incantesimi, 1973)

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Cominciamo subito con il dire che ho scelto questa poesia perché bene si attaglia ai tempi del coronavirus: è un’impietosa fotografia delle vite di molti di noi, stravolte dalla forzata presenza a casa. Ma c’è ben altro nei versi della poetessa tedesca Sarah Kirsch, c’è una sottile noia, una paziente sofferenza di vivere che trova nei gesti della quotidianità una specie di conforto, "scomponendo il mondo in variopinte tessere emotive", come nota Michele Sisto.

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FELICE CASORATI, “RITRATTO DI SIGNORA”

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LA FRASE DEL GIORNO
Nella routine c’è un certo conforto.
JOHN STEINBECK





Sarah Kirsch, pseudonimo di Ingrid Hella Irmelinde Bernstein (Limlingerode, 16 aprile 1935 – Heide, 5 maggio 2013), poetessa tedesca. Figlia di un nazista convinto, cambiò il suo nome Ingrid in uno ebraico per protestare contro l’antisemitismo. Tedesca dell’est, discriminata per aver firmato una lettera di protesta, riparò a Berlino ovest nel 1977.


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