THOMAS BERNHARD
QUEST’ANNO È COME L’ANNO DI MILLE ANNI FA
Quest'anno è come l'anno di mille anni fa,
noi portiamo la brocca e sferziamo la schiena della vacca,
falciamo e non sappiamo nulla dell'inverno,
beviamo mosto e non sappiamo nulla,
presto saremo dimenticati
e i versi svaniranno come neve davanti alla casa.
Quest'anno è come l'anno di mille anni fa,
guardiamo nel bosco come nella stalla del mondo,
mentiamo e intrecciamo cesti per mele e pere,
dormiamo mentre le intemperie consumano
davanti alla porta le nostre scarpe infangate.
Quest'anno è come l'anno di mille anni fa,
non sappiamo nulla,
non sappiamo nulla del declino,
delle città sprofondate, del vortice in cui sono affogati
cavalli e uomini.
(da Sotto il ferro della luna, Crocetti, 2015 – Traduzione di Samir Thabet)
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Un tempo remoto, lontano, solitario, eppure così presente nella solitudine della montagna dove si era rintanato lo scrittore austriaco Thomas Bernhard: un tempo dove sopravvivere alla malattia polmonare che lo ucciderà, con la stessa durezza semplice e naturale di quei luoghi dove pascolano le vacche e si prepara il formaggio, dove si pigia l’uva e la si fa fermentare. Un tempo selvaggio in cui nulla soccorre e “nel vento / si agitano / paure”.
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PIETER BRUEGEL IL VECCHIO, "CACCIATORI NELLA NEVE"
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LA FRASE DEL GIORNO
Quando mi dirà il mio Dio dove e quando / il tempo affonda l’aculeo nella carne?
THOMAS BERNHARD, Sotto il ferro della luna
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