MARINA CVETAEVA
IO SONO UNA PAGINA PER LA TUA PENNA
Io sono una pagina per la tua penna.
Tutto ricevo. Sono una pagina bianca.
Io sono la custode del tuo bene:
lo crescerò e lo ridarò centuplicato.
Io sono la campagna, la terra nera.
Tu per me sei il raggio e l’umida pioggia.
Tu sei il mio Dio e Signore,
e io sono terra nera e carta bianca.
10 luglio 1918
(da Poesie, Feltrinelli, 1979 - Traduzione di Pietro A. Zveteremich)
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Terra nera e carta bianca, ovvero una superficie dove riversare il seme e la parola. Questo è il poeta secondo Marina Cvetaeva, una sorta di profeta che interpreta qualcosa di misterioso: “I versi crescono, come le stelle e come le rose, / come la bellezza - inutile in famiglia. / E alle corone e alle apoteosi - / una sola risposta: «Di dove questo mi viene?»
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FOTOGRAFIA © PCDAZERO/PIXABAY
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LA FRASE DEL GIORNO
Il poeta - da lontano conduce il discorso. / Il poeta - lontano conduce il discorso.
MARINA CVETAEVA, Dopo la Russia
Marina Ivanovna Cvetaeva (Mosca, 8 ottobre 1892 – Elabuga, 31 agosto 1941), poetessa e scrittrice russa. Divenuta una delle migliori voci del simbolismo russo, fu invisa al regime stalinista. Esule a Berlino e Parigi, tornò in patria nel 1939 alla ricerca del marito, fucilato dall NKVD e della figlia, in campo di lavoro. Disperata e isolata, si uccise nel 1941.
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