NINA CASSIAN
INDACO
1
Pur se indistinto nell’arcobaleno
io l’ho sempre pensato una tonalità
tra il blu e il viola scuro
con una nota implicita di nero
come un baccello di vaniglia,
come il palato di un leopardo,
come un lago che a sera dia rifugio a un’anima di morchia,
erbacce insidiose
e a un ragno di taffetà.
2
A volte
più dell’arte e dell’amore
ho caro il sonno.
Mi aiuta a sprofondare in ondeggianti
colori intermedi, nel riflesso
di una lama Gillette, nello sbadiglio
del leopardo e in tutte le mie vite
intermediarie che mi curano
dell’eccesso di presenza e precisione.
3
L’indaco è il mio patrigno incestuoso.
(da C’è modo e modo di sparire, Adelphi, 2013 - Traduzione di Ottavio Fatica)
.
L’indaco è un colore abbastanza indistinto, pur essendo uno dei sette dell’arcobaleno, è un misto di blu e viola (ciano e magenta per i tecnici): la poetessa modernista rumena Nina Cassian ne è letteralmente stregata, tanto da immergersi in esso e trarre dall’indaco la sua poesia.
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FOTOGRAFIA © SASHI & CO
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LA FRASE DEL GIORNO
[Indaco] Colore di vecchi lividi, di porcellane andate in frantumi, di mappe accartocciate nella luce serotina.
CHITRA BANERJEE DIVAKARUNI, Il fiore del desiderio
Nina Cassian, pseudonimo di Renée Annie Cassian-Mătăsaru (Galați, 27 novembre 1924 – New York, 15 aprile 2014), poetessa, scrittrice e traduttrice romena. Esponente del Modernismo, nel 1985 si rifugiò negli Stati Uniti per sfuggire alla repressione del regime di Ceausescu, e lì rimase non solo a vivere, ma anche a scrivere poesie nella lingua del suo nuovo paese.
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