Luglio: nulla si muove, tacciono anche gli uccelli. Tutto sembra annegato nella canicola. E ricerchiamo la frescura, come il poeta polacco Adam Zagajewski, seduto in un parco sulla riva di un fiume, come il poeta inglese Edward Thomas, in barca su un lago in attesa che le nuvole si aprano e giunga finalmente il refrigerio della pioggia.
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ADAM ZAGAJEWSKI
LUGLIO
Luglio, i merli hanno ormai smesso di cantare.
Sono seduto su una panchina sulla riva
di un fiume lento,
sento la lite piena d’odio di due amanti
che non conosco né mai conoscerò.
Gli sportivi sudati corrono per il viale.
Indifferentemente luccica il sole del mattino
sulla scura acqua tranquilla
che è la personificazione della passività.
Un ragazzino porta una busta di plastica
con la sfolgorante scritta Men’s Health.
Le anime non s’incontrano quasi mai,
i corpi combattono l’uno con l’altro sotto
la cortina della tenebra.
A notte giunge la pioggia delicata come un haiku.
All’alba balbettano sulla città lievi campane.
Finché noi siamo vivi.
(da Poesia, 331, Novembre 2017 - Traduzione di Marco Bruno)
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EDWARD THOMAS
LUGLIO
Nulla si muove tranne le nuvole, e nel lago cristallino
i loro doppi e l’ombra della mia barca.
La barca stessa si agita appena quando spezzo
questo torpore di caldo e solitudine a galla
per appurare se ciò che vedo è un uccello o una foglia,
o per sapere se i boschi della sponda sono già svegli.
Sono cresciute dall’alba le lunghe ore
– distese – , e sono passate sopra
e sotto; ho osservato le fresche canne sospese
su immagini più fresche nel cielo immaginato:
non valeva la pena di pensarci tanto;
tutto quello che dicono le tortore, lontano,
trabocca soddisfazione dalla mente, con grande calma.
(da Poesie, 1917)
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LA FRASE DEL GIORNO
Nell'immensa afa s'annega / con me la mia miseria, il mondo, tutto.
MURIEL BARBERY, Estasi culinarie
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