LIBERO DE LIBERO
RICHIAMO
L’estate succhia
alle radici il miele.
I paesaggi sono
caduti dal cielo.
Come uccelli
dormono i frutti.
L’eco si intrica
al richiamo marino.
È caduta la stagione
lunare, nel mio guanciale
la tua voce ha
fatto il nido.
(da Solstizio, 1934)
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Una scena bucolica, l’agreste calura del solleone: il canto del poeta è ancora quello del pastore virgiliano nei versi di Libero De Libero, così ancorato alla sua terra ciociara, che diventa paesaggio di un mito fino a rivelare il suo segreto.
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FOTOGRAFIA © HEINER ALTMEPPEN
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LA FRASE DEL GIORNO
È un veliero la mia vita / dall’infanzia segnato sulla mano / e l’ancora sta dentro la terra.
LIBERO DE LIBERO, Solstizio
Libero De Libero (Fondi, 10 settembre 1903 – Roma, 4 luglio 1981), poeta, critico d'arte e narratore italiano. Gli Anni ‘30 lo videro al Caffè Aragno di Roma con Vincenzo Cardarelli, partecipe della scuola pittorica di via Cavour. La sua poesia si inserisce in un ermetismo legato alla terra, al vigore del reale.
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