PIERLUIGI CAPPELLO
LA CARTA
Resta la carta mentre mi dileguo
specchio di me ma che non è me stesso
rimedio oppure tedio quando intesso
trame di me scrivendomi e m’inseguo
(da Azzurro elementare, Rizzoli)
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La parola ha riversato l’emozione proprio come si faceva un tempo con i grandi registratori a nastro magnetico o come si può semplicemente fare adesso dettando la propria voce a un memo vocale sullo smartphone – insomma, la poesia è scritta ed è divenuta altro dal poeta, parto di pensieri visibile lì sulla carta e già non più l’esatto specchio. Eppure, anche per Pierluigi Cappello, quel tessere trame di sé diviene rimedio per resistere.
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DIPINTO DI GEORGE McKIM
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LA FRASE DEL GIORNO
Questo foglio. Battuto per tre quarti / dalla luce. Nella sua luce cresca / l’incerto zampettìo delle parole.
PIERLUIGI CAPPELLO, Azzurro elementare
Pierluigi Cappello (Gemona del Friuli, 8 agosto 1967 – Cassacco, 1º ottobre 2017), poeta italiano. La sua vita è stata gravemente segnata da un incidente stradale occorsogli quando aveva sedici anni: dallo schianto della sua moto contro la roccia uscì con il midollo spinale reciso e una perenne immobilità. Ha scritto numerose opere, anche in lingua friulana.
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