sabato 2 febbraio 2019

Il negativo della notte


MARK STRAND

NEVICATA

Se guardi la neve che scende a coprire la terra,
coprire se stessa e tutto ciò che tu non sei, vedrai
che è la deriva gravitazionale della luce
sul rumore dell'aria che cancella l'aria
è il cadere dell'attimo nell'attimo, la sepoltura
del sonno, il rovescio dell'inverno, il negativo della notte.

(da A tarda ora, 1978 – Traduzione di Damiano Abeni)

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Maxence Fermine in Neve scrive: “La neve è una poesia. Una poesia che cade dalle nuvole in fiocchi bianchi e leggeri. Questa poesia arriva dalle labbra del cielo, dalla mano di Dio. Ha un nome. Un nome di un candore smagliante. Neve”. Ieri in queste zone ha nevicato a lungo: guardarla cadere ha qualcosa di ipnotico, avvolge ogni cosa dolcemente, invita alla lentezza con il suo rallentare il tempo. Il poeta statunitense Mark Strand la definisce per opposti, ed è meraviglioso quell’essere “il negativo della notte”: chi è abituato alle nevicate sa quanta luce garantisce la neve nelle ore notturne.

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FOTOGRAFIA © WALLPAPER CAVE

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LA FRASE DEL GIORNO
Fa scendere la neve come uccelli che si posano, / come cavallette che si posano è la sua  discesa; / l'occhio ammira la bellezza del suo candore / e il cuore stupisce nel vederla fioccare.
SIRACIDE, 43,18




Mark Strand (Summerside, Canada, 11 aprile 1934 – Brooklyn, 29 novembre 2014), poeta statunitense di origini canadesi, fu saggista e traduttore, professore di Letteratura inglese e comparata alla Columbia University. Nel 1990 fu insignito della carica di Poeta Laureato della Biblioteca del Congresso.

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