martedì 2 luglio 2024

Ismail Kadare


Ismail Kadare, scomparso ieri a Tirana all’età di 88 anni, è uno dei grandi della letteratura albanese. Esordì come poeta per diventare un romanziere di spicco, più volte indicato tra i papabili per il Premio Nobel. Usò la sua penna come arma invisibile per sopravvivere al paranoico dittatore comunista Enver Hoxha: la sua sofisticata narrazione, spesso paragonata a quella di George Orwell o Franz Kafka, utilizzava metafore e ironia per rivelare la natura della tirannia di Hoxha, che governò l'Albania dal 1946 al 1985. Nel 1990, prima del crollo del regime, Kadare si rifugiò a Parigi, dove ottenne l’asilo politico. Il presidente albanese Bajram Begaj ha dichiarato: “L’Albania e gli albanesi hanno perso il loro genio delle lettere, il loro emancipatore spirituale, i Balcani il poeta dei loro miti, l’Europa e il mondo uno dei più rinomati rappresentanti della letteratura moderna”.

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FOTOGRAFIA © ILLYRIA

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POESIA

Poesia,
come hai trovato la strada verso me?
Mia madre non conosce bene l'albanese,
scrive lettere come Aragon, senza virgole e punti,
mio ​​padre vagava per i mari nella sua giovinezza,
ma tu sei arrivata,
camminando sui marciapiedi della mia tranquilla città di pietra,
e hai bussato timidamente alla porta della mia casa a tre piani,
al numero 16.

Ci sono molte cose che ho amato e odiato nella vita,
per molti problemi sono stato una "città aperta",
ma ad ogni modo…
Come un giovane che torna a casa a tarda notte,
esausto e distrutto dai suoi vagabondaggi notturni,
anch'io sono qui, che torno da te,
sfinito dopo un'altra scappatella.

E tu,
senza rinfacciarmi la mia infedeltà,
mi accarezzi tenera i capelli,
mia ultima fermata,
poesia.

(Yalta 1959)

(da Versi e poesie selezionate, 1966)

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E QUANDO LA MIA MEMORIA

E quando la mia memoria stanca,
come i tram dopo mezzanotte,
si fermerà solo alle stazioni principali,
non ti dimenticherò.

Ricorderò
la sera silenziosa, infinita nei tuoi occhi,
il singhiozzo soffocato sulla mia spalla,
come neve che non può essere spazzata via.

È arrivato l’addio
e me ne vado, lontano da te.
Niente di insolito,
ma una notte
le dita di qualcuno si intrecceranno tra i tuoi capelli,
le mie dita lontane tanti chilometri.

(da il mio secolo, 1961)

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ORARI DEI TRENI

Adoro quegli orari dei treni nelle piccole stazioni ferroviarie,
sostando sulla banchina bagnata a contemplare l'infinità dei binari.
L'ululato lontano di una locomotiva. Cosa cosa?
(Nessuno capisce il nebuloso linguaggio delle macchine a vapore)

Treni passeggeri. Vagoni cisterna. Vagoni merci pieni di minerale
passano senza fine.
Così trascorrono i giorni della tua vita attraverso la stazione del tuo essere,
colmi di voci, rumori, segnali
e del pesante minerale della memoria.

(da Perché pensano queste montagne, 1964)

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   LA  FRASE DEL GIORNO  

La letteratura autentica e le dittature sono incompatibili, lo scrittore è nemico naturale delle dittature.
ISMAIL KADARE

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Ismail Kadare (Argirocastro, 28 gennaio 1936 – Tirana, 1° luglio 2024), scrittore, poeta, saggista e sceneggiatore albanese. Iniziò scrivendo poesie, ma fu la pubblicazione del suo primo romanzo, Il generale dell'armata morta, che ne fece la figura letteraria dominante in Albania e gli diede notorietà internazionale.


lunedì 1 luglio 2024

Poesie per luglio X


Il poeta spagnolo Jacobo Cortines ci conduce in un giardino di luglio, con i suoi fiori e i suoi profumi e una luna rossa come ospite d’onore. E in un giardino ci porta anche il poeta torinese Agostino Richelmy: gelsomini e insetti e un’altra luna, questa non piena.


FOTOGRAFIA © PIXABAY

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JACOBO CORTINES

RITORNO IN ESTATE

Con l’estate l’immagine ritorna alla memoria:
il giardino con gli archi di cipresso potati,
la tuberosa, la bignonia, il muro rosso e bianco,
l'albero annaffiato quando arriva il pomeriggio,
la siepe degli eucalipti, il mormorio dei pioppi,
la strada che porta alle dolci colline,
e la luna arancia rotonda in mezzo ai rami.
È luglio e la finestra è piena di gelsomini.

(da Passione e paesaggio, 1983)

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AGOSTINO RICHELMY

SERA DI LUGLIO IN GIARDINO

Si rompe il cielo al rozzo
e remoto frastuono dei decrepiti
motori e degli aerei supersonici.
Timida olezza l’aria
e nella grigia luce
vedo gl’immacolati gelsomini.
Pie corolle nel chiostro
dei loro steli attorcigliati stretti
al graticcio murale
sono sorprese or ora
dal taciturno arrivo
dei volatili insetti.
Imenotteri bruni
testé nati dalla marcida palude
sembrano modellini
di novelli elicotteri.
Sotto la luna tronca e semispenta
nel nuvolone rotto
me li figuro, mostri
pelosi che natura
mutua d’esca e diletico
pone, ganzi o lenoni,
sulle corolle intemerate
degli efebici gelsomini.

(da La lettrice di Isasca, Garzanti, 1986)

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   LA  FRASE DEL GIORNO  

Solo per gli occhi tuoi neri / lo scrosciare della pioggia / ritrova la sua melodia, / e, alla tua porta, vestito d’azzurro, / luglio aspetta che tu apra, coi gelsomini / pronti per le tue trecce.
RABINDRANATH TAGORE, Dono d’amore

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jacobo_cortinesJacobo Cortines Torres (Lebrija, 1946), poeta, saggista, traduttore, editore, accademico e professore universitario spagnolo. Laureato in Lettere e Filosofia, insegna Letteratura spagnola a Siviglia. Poeta riflessivo, segue la lezione dei classici e soprattutto di Petrarca.


Agostino Richelmy (Torino, 25 marzo 1900 – Collegno, 27 febbraio 1991), poeta e traduttore italiano. Attivo negli ambienti letterari del capoluogo piemontese sin dagli anni '30, Tra i suoi lavori si ricordano soprattutto le traduzioni per Einaudi: le Favole di Fedro, le Bucoliche e le Georgiche di Virgilio, e opere di Voltaire, Gustave Flaubert e Alfred de Musset.