lunedì 26 settembre 2022

Come statue di atleti


JOSÉ MARÍA ÁLVAREZ

RAGAZZI CHE GIOCANO A PALLONE

«Vedrò senza movimento
   nella sfera più alta le dimore
   della gioia e della contentezza»
   FRAY LUIS DE LEON

  Per Taso Denegris

Alcuni ragazzi giocano a pallone
sull'arenile di una spiaggia
nei pressi di Capo Sunio. Le auto
sfrecciano veloci vicino all'acqua. Il cielo
di un blu quasi nero
brilla sul mare d'argento
come filetti di sardine.
Verso Levante,
forme di luce, sorgono
le colonne del tempio di Poseidone, Signore del mare sacro.
Le figure dei giovani sono ritagliate
nell'incandescenza del Ponente
come statue di atleti.
Qualcuno
corre verso di loro,
chiama con grandi gesti di gioia. I ragazzi
interrompono il gioco
e ascoltano chi arriva. Annuncia
che i Persiani sono stati sconfitti,
che possono continuare a giocare
ed essere felici.

(da Museo delle cere, 2002)

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Come testimoniato dalle poesie di Ghiannis Ritsos o di Odysseas Elytis, la grecità antica emerge di continuo nella modernità della Grecia contemporanea: quel tempo che riaffiora come una seconda dimensione dietro il reale affascina anche il poeta spagnolo José María Álvarez, attratto da un gruppo di ragazzi che giocano a pallone nei pressi di Capo Sunio, promontorio sulla punta meridionale dell’Attica.

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FOTOGRAFIA © PXHERE

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Non scordiamoli mai – disse – i buoni insegnamenti,  quelli / dell’arte greca. Sempre l’azzurro di fianco / al quotidiano. Di fianco all’uomo: l’animale e l’oggetto – /  un braccialetto al braccio della dea nuda; un fiore /  caduto al suolo.
GHIANNIS RITSOS, Pietre, ripetizioni, sbarre




José María Álvarez, (Cartagena, 31 maggio 1942) poeta, saggista e narratore spagnolo. È traduttore di Kavafis, Holderlin, Stevenson, Shakespeare, Villon e T.S. Eliot. L'opera principale di Álvarez è Museo delle cere, un lavoro in corso da molti anni nel tentativo di completare un libro unico e onnicomprensivo.


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