giovedì 26 novembre 2020

Un guscio che non è il suo


EUGENIO MONTALE

IL PAGURO

Il paguro non guarda per il sottile
se s'infila in un guscio che non è il suo.
Ma resta un eremita. Il mio male è
che se mi sfilo dal mio non posso entrare nel tuo.

(da Diario del ’71 e del ‘72, Mondadori, 1973)

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La “teologia negativa” di Eugenio Montale è un eremo in cui non esistono valori salvifici: la condizione umana è costretta alla solitudine. Il paguro è un crostaceo che ama vivere in conchiglie vuote che usa per mimetizzarsi e per difendersi rintanandosi in esse al minimo segno di pericolo. Il poeta genovese si sente simile al piccolo animale marino: guarda il mondo, gli uomini e le cose da quel guscio senza però riuscire a cancellare quell’inquietudine.

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ACQUARELLO DI JOSEPHINE HART

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LA FRASE DEL GIORNO
Nei miei versi della maturità ho tentato di sperare, di battere al muro, di vedere ciò che poteva esserci dall'altra parte della parete, convinto che la vita ha un significato che ci sfugge. Ho bussato disperatamente come uno che attende una risposta.
EUGENIO MONTALE, cit. in LORETTA MARCON, Giobbe e Leopardi




Eugenio Montale (Genova, 12 ottobre 1896 – Milano, 12 settembre 1981), poeta e scrittore italiano, Gli fu conferito il Premio Nobel per la Letteratura nel 1975 “per la sua poetica distinta che, con grande sensibilità artistica, ha interpretato i valori umani sotto il simbolo di una visione della vita priva di illusioni”, ovvero la “teologia negativa” in cui il "male di vivere"  si esprime attraverso la corrosione dell'Io lirico tradizionale e del suo linguaggio.


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