mercoledì 11 novembre 2020

Carlo Bordini


Il poeta romano Carlo Bordini è morto ieri notte. Negli anni Sessanta militò a lungo nel movimento trotskista, poi divenne ricercatore  presso il Dipartimento di Studi storici dell'Università La Sapienza di Roma. La sua poesia, definita “poesia narrativa” risente dell’influenza di Apollinaire, Eliot e Gozzano, ed è particolarmente apprezzata in Francia. In un’intervista a Sololibri nel 2019 ha definito egli stesso così la sua poetica: “Credo di aver scritto un unico libro, in tutta la mia vita, che poi si è diviso in varie occasioni editoriali. E credo che continuerò a fare la stessa cosa anche in futuro. Posso dire che l’unico libro che sono andato scrivendo fin dalla nascita è composto da una serie di domande, da una serie di interrogazioni su me stesso, e sul mondo che mi circonda. Credo che troverò sempre risposte parziali che mi lasceranno insoddisfatto e che continuerò a cercare”.

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FOTOGRAFIA © DINO IGNATI

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MARINA

Il mare entra tutti i giorni nel mio giardino.
Circonda le pietre e in uno slancio
bagna gli aranci ancora verdi.
Da molti anni l’ho visto singhiozzare.
Sollevare le sue creste, abbattersi sull’arena.
Rompersi in ali di luce viola e scarlatte
Grave e sontuoso nel suo mormorare lontano.
Il sole addormenta le cicale.
Candide e ingenue errano le nuvole.

Questo penso quando contemplo
Le immagini fulgenti del mezzogiorno.
L’ape sopra le uve di spiaggia
Succhia in estasi il loro purpureo nettare,
ebbra di un dolce sogno celeste.

(da I costruttori di vulcani - Tutte le poesie 1975-2010,  Sossella, 2010)

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AUTUNNO

Quando la fantasia
scopre l'invenzione di se stessa
si stanca
di inventare la realtà
non esistono le ore, non esistono i giorni, l'esistenza e la vita si
confondono.

E' questo il paradiso? O l'autunno?
l'inverno precede dunque l'autunno? E' questa la cabala?
così come la guerra precede la pace.
l'acqua è acqua di pozzo, molli onde, concentriche.

Ciò che richiama il tuo incerto sorriso. Un ricordo oltre i mari, oltre
le colonne di sole. Le foglie girano e riportano indietro.

tu non immagini di vivere in un castello incantato, e
di svegliarti dopo trent'anni, credendo di aver dormito
dieci minuti

forse sono le ragnatele ad aver dormito, o forse abbia-
mo dormito entrambi. abbandonai
nei tuoi terrori i miei. l'autunno
è appena iniziato.

(inedita, dal sito dell’autore)

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PERNOD

In una cupola di Pernod,
che è il colore del tuo cielo,
una città affogata in un grande bicchiere di Pernod,
passi l'inverno.
E forse la tua tranquilla ebbrezza
di paese padano
che nuota in un bicchiere
di acqua minerale
ti cosparge di pesciolini
in un bianco frizzante,
e come è opaco il cielo così è limpido
il colore dei tuoi aperitivi
assonnati
sotto la cupola bianca
del tuo cielo bavoso:
come l'asfalto della tua
autostrada.

(inedita, dal sito dell’autore)

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LA FRASE DEL GIORNO
Per scrivere bisogna avere il coraggio della propria stranezza, della propria oscenità. In questo senso scrivere è un atto osceno che va esibito e del quale non bisogna mai vergognarsi.
CARLO BORDINI, RaiNews24, 5 luglio 2006




Carlo Bordini (Roma, 2 settembre 1938 – 10 novembre 2020). Dopo una lunga militanza nel movimento trotskista, è stato ricercatore di storia moderna presso l'Università di Roma “La Sapienza”, dove si è specializzato nella storia della famiglia e dell'amore. La sua poesia è stata definita “poesia narrativa” e risente dell’influenza di Apollinaire, Eliot e Gozzano.


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