DINOS CHRISTIANOPOULOS
LA TAVERNA
In quella piccola fumosa taverna
dove al crepuscolo si trovano i marinai
e si divertono le allegre compagnie
scivolai un sera col desiderio forse
di trovarti tra fumo e canzoni.
Nuda senza di te quella taverna
disumani quegli occhi estranei
e le canzoni, orrende sentivo risuonare
che scivolai di nuovo sconsolato.
(Traduzione di Athanasia Athanassopoulou)
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Riecheggia Konstantinos Kavafis in questi versi del poeta greco Dinos Christianopoulos, che del resto condivideva con il poeta di Alessandria d’Egitto oltre al nome di battesimo anche la medesima passione omoerotica. La taverna, che era nell’immaginario un luogo di speranza, di buon vino, di belle canzoni, si trasforma in seguito all’assenza dell’amato in un posto di musica orrenda e occhi disumani.
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PEDER SEVERIN KROYER, "INTERNO DI UNA TAVERNA, 1886
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LA FRASE DEL GIORNO
Il bacio unisce / più del corpo. / Ecco perché / tante persone lo evitano.
DINOS CHRISTIANOPOULOS
Dinos Christianopoulos, pseudonimo di Konstantinos Dimitriadis (Salonicco , 20 marzo 1931 – 11 agosto 2020 ) poeta, romanziere e traduttore greco. Ricercatore di tradizioni folkloristiche, ha esordito nel 1950 con Stagione di vacche magre. Tra i suoi temi prediletti il progresso sociale, l’amore omosessuale e l’effimera passione erotica che porta all'umiliazione e alla solitudine.
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