EAVAN BOLAND
QUARANTENA
Nell’ora peggiore della stagione peggiore
dell’anno peggiore di un intero popolo
un uomo partì dalla workhouse con sua moglie.
Stava camminando – entrambi stavano camminando – verso nord.
Lei era malata per la febbre da carestia e non riusciva a tenere il passo.
Lui la sollevò e la mise sulla schiena.
Camminò così verso ovest e ovest e nord.
Finché sotto stelle gelide al calar della notte arrivarono.
Al mattino entrambi furono trovati morti.
Di freddo. Di fame. Delle tossine di un’intera storia.
Ma i piedi di lei premevano contro il suo sterno.
L’ultimo calore della sua carne fu il suo ultimo dono per lei.
Non lasciate che nessuna poesia d’amore arrivi mai a questa soglia.
Non c’è posto qui per l’inesatta
lode alle facili grazie e alla sensualità del corpo.
C’è solo tempo per questo impietoso inventario:
La loro morte insieme nell’inverno del 1847.
E quello che hanno sofferto. Come hanno vissuto.
E cosa c’è tra un uomo e una donna.
E in quale oscurità essa può essere messa alla più dura prova.
(Quarantine, da Contro la poesia d’amore, 2001)
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È questa poesia d’amore dark il centro dell’opera di Eavan Boland, poetessa irlandese: la carestia e l’emigrazione sono gli elementi che ne costituiscono l’ossatura, i prodromi. I due, Kit e Patrick, sono i protagonisti di un racconto di Peadar Ó Laoghaire che fa parte dei libri d’insegnamento in Irlanda, e la Boland lo usa per enfatizzare quei tempi di “sussurri e ombre” che furono il passato dell’isola: in questo caso la forza dell’amore non basta a salvare la coppia, ma resta come un monito per tutti gli innamorati.
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ILLUSTRAZIONE DI EPHRAIM MOSES LILIEN
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LA FRASE DEL GIORNO
Ormai non credo più / che l’amore risanerà / ciò che la lingua non riesce a sapere / e ha bisogno di dire.
EAVAN BOLAND, In un tempo di violenza
Eavan Frances Boland (Dublino, 24 settembre 1944 – Dublino, 27 aprile 2020), poetessa e accademica irlandese. Esordì nel 1966 con 23 Poesie passando da temi femminili al femminismo. Docente di letteratura inglese alla Stanford University, ebbe sempre a cuore l'identità nazionale irlandese e il ruolo delle donne nella storia del suo paese.
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