venerdì 31 gennaio 2020

I versi che scrissi


LEONARDO SINISGALLI

CAMERA DI RAGAZZO


Mi ricordo ancora
i versi che scrissi
alla pigra passiflora
quando il cuore tremava
al lamento notturno degli infissi.
Lungo l'inverno intero
coi piedi sulla brace
e la testa di ghiaccio.
Più pesante di fuori
era la neve io dentro
spegnevo le candele
e coi tizzi lucenti
stavo solo a far niente.


(da La vigna vecchia, Mondadori, 1956)
.

C’è chi favoleggia l’adolescenza come un’età dell’oro. Per il poeta lucano Leonardo Sinisgalli, che la visse “in quel terreno di argille e di calcare”, invece fu un tempo vuoto, caratterizzato da una continua monotonia, quella di un ragazzo che “muore (…) un poco ogni giorno per giuoco” e “trascorre le vacanze ebbro / tra i maceri cespi di papaveri / steso sul letto per noia / e diletto a guardare le travi” e trova nella poesia la strada per evadere.
.


FOTOGRAFIA © ODISSEY


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LA FRASE DEL GIORNO
Si scorre tutto il cielo / per trovare una stella.
LEONARDO SINISGALLI, La vigna vecchia




Leonardo Sinisgalli (Montemurro, 9 marzo 1908 – Roma, 31 gennaio 1981), poeta,  saggista e critico d'arte italiano. Noto come Il poeta ingegnere per il fatto che lavorò per Olivetti e Pirelli e per aver fatto convivere nelle sue opere cultura umanistica e cultura scientifica. Fondò e diresse la rivista “Civiltà delle macchine”.

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