domenica 26 gennaio 2020

Un mantello


BORIS PASTERNAK

EBRIETÀ

Sotto il salice avvinto dall'edera,
cerchiamo scampo all'intemperie.
Ci ripara le spalle un mantello,
intorno a te le mie braccia si avvincono.

Ma no. Le piante nel folto
non s'avvolgono d'edera, ma d'ebrietà.
Stendiamo, allora, questo mantello
sotto di noi in tutta la sua ampiezza.


1953

(da Il dottor Živago, Feltrinelli, 1957 – Traduzione di Mario Socrate)

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Sorpresi dalla pioggia nel bosco di Peredelkino, il poeta russo Boris Pasternak e la cugina Olga, di cui è innamorato, si riparano sotto l’impermeabile di lei. È questo ricordo a generare la poesia Ebrietà, inserita con altre in appendice al romanzo Il dottor Živago: l’atmosfera è di felicità, si respira un’ebbrezza amorosa che esplode nei due versi finali. Detto en passant: l’amore tra Boris e Olga rimase platonico e si trasformò in seguito in amicizia: “Era una rara specie di vicinanza, come se noi due, tu ed io, fossimo innamorati di qualcosa di assolutamente indifferente per entrambi, qualcosa che è rimasto in disparte da noi in virtù della sua straordinaria incapacità di adattarsi all'altro lato di vita”, come le scrisse lui in una lettera.

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DIPINTO DI LEONID AFREMOV

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LA FRASE DEL GIORNO
Volgare è la parola amore, tu hai ragione. / Troverò un altro nome. / Tutto il mondo per te, ogni parola, / se lo vuoi ridenominerò.
BORIS PASTERNAK, Il dottor Živago




PasternakBoris Leonidovič Pasternak (Mosca, 10 febbraio 1890 – Peredelkino, 30 maggio 1960),  poeta e scrittore russo, è universalmente noto per il suo primo e unico romanzo, Il dottor Živago. Insignito del Nobel per la Letteratura nel 1950, fu costretto dal regime sovietico a rifiutare il premio.


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