Due inverni all’aperto, due brevi giorni che si sciolgono in notti dove risplende la luna di gennaio: il poeta italiano Giovanni Titta Rosa va a caccia di stelle nel gelo tra bucaneve e campane; il poeta statunitense Charles Wright sotto i rami degli alberi medita sulla vita.
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FOTOGRAFIA © TOPWALLPAPERS
..GIOVANNI TITTA ROSA
AMICO INVERNO
ti rallegrano i giorni nitidi, le sere crude e belle;
ma tu non hai fretta e gusti il tempo: i brevi soli, le notti infinite
che s'aprono sulla terra pavesata di stelle.
Favoloso inverno, son esse, le stelle che s'alzano a corone sui monti,
con cui t'accompagni e ragioni fino all'alba lontana;
e attendi che, fioco, tra 'l lento arrivar della luce,
sull'impoverita natura
risusciti il giorno scialbo un tocco di campana.
Rabeschi di geli, nevi abbaglianti, tese braccia
di querci sui colli s'addolciscono al sole che lotta col rovaio;
ma cade la notte rapida, fra lividi guizzi di luce dal cielo,
e appare sul monte brullo la luna di gennaio.
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CHARLES WRIGHT
SOTTO I NOVE ALBERI A GENNAIO
Le stelle della scorsa notte e il vento della scorsa notte
Sono ora a ovest delle montagne e a est del fiume.
Qui, sotto i rami dei nove alberi,
come sembra piccolo il mondo.
Dovremmo, d’inverno, lamentarci della solitudine della nostra ombra,
I nostri nomi scanditi come fiocchi di neve?
Dov’è che sta scritto, il decadimento della stagione mi riduce?
Dovremmo desiderare la tranquillità,
una quiete per il corpo irrilevante
Lavato nei colori del paradiso,
Colorato di terra, colorato d’acqua, colorato di fiamma-di-fiammifero-e-vento?
Da persona che non ha mai compreso il vuoto,
dovrei
Dare consigli all’oscurità, onorare l’ala del condor?
Dovremmo continuare ad inchinarci di fronte a
un po’ di questo e un po’ di quello?
Il mondo è un fazzoletto.
Oggi me lo allargo sulle ginocchia.
Domani me lo piegheranno nella tasca sul petto,
bianco sul mio vestito nero.
(da Blu negativo, 2000)
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LA FRASE DEL GIORNO
Gennaio è la chiave dell’anno.
PROVERBIO CATALANO
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