sabato 11 gennaio 2020

Il tuo fascio di luce


MARIA LUISA SPAZIANI

ENTRO IN QUESTO AMORE COME IN UNA CATTEDRALE

Entro in questo amore come in una cattedrale,
come in un ventre oscuro di balena.
Mi risucchia un’eco di mare, e dalle grandi volte
scende un corale antico che è fuso alla mia voce.


Tu, scelto a caso dalla sorte, ora sei l’unico,
il padre, il figlio, l’angelo e il demonio.
Mi immergo a fondo in te, il più essenziale abbraccio,
e le tue labbra restano evanescenti sogni.


Prima di entrare nella grande navata,
vivevo lieta, ero contenta di poco.
Ma il tuo fascio di luce, come un’immensa spada,
relega nel nulla tutto quanto non sei.


(da La traversata dell'oasi, Mondadori, 2002)

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Come si entra in una cattedrale? In silenzio, senza fare rumore, rispettosi della divinità che in essa alberga – e tutto si trasforma nelle parole della poetessa torinese Maria Luisa Spaziani, in ventre di balena, nell’oscura prigione che inghiottì il profeta Giona. Ma lì, al suo cospetto, la divinità dell’amore si manifesta, assorbe ogni cosa, diventa il tutto.

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DIPINTO DI ROB GONSALVES

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LA FRASE DEL GIORNO
Ti amo come chi sa d’imboccare / un bel torrente senza risalita.
MARIA LUISA SPAZIANI, I fasti dell’ortica




Maria Luisa Spaziani (Torino, 7 dicembre 1922 – Roma, 30 giugno 2014), poetessa italiana formatasi nel clima postermetico di chiara ascendenza montaliana. La sua poesia è venuta via via distendendosi dal mottetto o epigramma a forme narrativo-discorsive.

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