GHIORGOS SEFERIS
FUGA
Non altro che questo era il nostro amore
fuggiva, tornava e ci portava
una palpebra china assai distante
un sorriso pietrificato, perso
nell'erba mattutina
una conchiglia strana che l'anima
tentava con insistenza di spiegare.
Non altro che questo era il nostro amore
frugava piano tra le cose intorno a noi
per spiegare perché ci rifiutiamo di morire
tanto appassionatamente.
E se ci reggemmo a lombi, se abbracciammo
altre nuche con tutta la nostra forza,
e confondemmo il respiro
al respiro di quella persona
se chiudemmo gli occhi, non era altro
che questo profondo desiderio di sorreggerci
nella fuga.
(da Le poesie, Crocetti, 2017 – Traduzione di Nicola Crocetti)
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Un amore che vive sottotraccia per tutta una vita, che si manifesta in lampi effimeri e improvvisi, sempre in fuga, sempre lontano ma ugualmente presente: è quello raccontato dal Premio Nobel 1963, il poeta greco Ghiorgos Seferis (1900-1971), che fa proprio un tema della tragedia e della mitologia – si può leggervi anche la figura di Odisseo - importandolo nella società del ‘900.
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DIPINTO DI RAFAL OLBINSKI
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LA FRASE DEL GIORNO
Noi non sappiamo nulla, non sappiamo d’essere tutti, tutti / marittimi in disarmo,
non sappiamo l’amaro del porto / quando tutte le navi sono in viaggio.
GHIORGOS SEFERIS, Quaderno d’esercizi
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