ATTILIO BERTOLUCCI
TI HO SOGNATA
Ti ho sognata
Quando nuova sposa
Uscirai per la città il mattino
Sola e felice, nel sole d’autunno...
Ti ho sognata
Matura e stanca signora
In una villetta agiata
(Come il caro Laforgue diceva
Nella sua giovinezza)
Spalancare finestre,
Godere del sole in vestaglia,
Un po’ trasandata.
Ma gli occhi erano quelli di una volta
Piccoli e ridenti,
Di quando eri una ragazza con il corto paltò rosso.
(da Il fuoco e la cenere, Diabasis, 2014)
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La poesia di Attilio Bertolucci vive spesso di momenti, di piccoli attimi che emergono nel tempo e si fissano - si pensi alla Capanna indiana, ad esempio. In questi versi postumi, ma risalenti al periodo intorno alla raccolta Sirio, il poeta di Parma "fotografa" in un sogno ad occhi aperti la futura moglie in due età della vita che verrà - giovane sposa e poi matura signora. Quello che accomuna i due attimi è però lo sguardo di Nina, ridente e amoroso, che non invecchierà mai.
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ANDRE KOHN, “OMBRELLO BIANCO”
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LA FRASE DEL GIORNO
Portami con te nel mattino vivace / le reni rotte l'occhio sveglio appoggiato / al tuo fianco di donna che cammina / come fa l'amore.
ATTILIO BERTOLUCCI, Viaggio d’inverno
Attilio Bertolucci (San Prospero Parmense, 18 novembre 1911 – Roma, 14 giugno 2000), poeta italiano. Le sue opere poetiche sono il risultato di una felice contaminazione tra eredità ermetica e capacità di tradurre ogni astratta eleganza in un discorso poetico naturale.
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