ERICH FRIED
CURRICULUM VITÆ
Non sono né pietra né nuvola
né campana e neppure liuto
percosso da angelo o demone
Fin dall'inizio non sono stato che un uomo
e non voglio essere altro
Sono cresciuto come uomo
ho subìto il torto
talvolta ho fatto il torto
e talvolta il bene
Come uomo mi indigno
per l'ingiustizia e mi rallegro
per ogni barlume di speranza
Come uomo sono desto e stanco
e lavoro e ho apprensioni
e sete di comprendere
e d'essere compreso
Come uomo provo piacere per i miei amici
e provo piacere per la donna e i figli e i nipoti
e temo per loro e ho nostalgia della sicurezza
e voglio stare con gli uomini e talvolta solo
e compiango ogni notte trascorsa senza amore
Come uomo sono malato e vecchio
e morirò
e non sarò né pietra
né nuvola né campana
ma terra o cenere
ma questo non importa
(da Poesie, 1997 - Traduzione di Gio Batta Bucciol)
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“Fin dall’inizio non sono stato che un uomo” dice il poeta austriaco naturalizzato britannico Erich Fried (1921-1988), e quello è il suo modo di vivere, quell’umanità è il suo curriculum, quella condivisione dell’umano che appartiene a tutti noi, quella condizione esistenziale fatta di bene e male, di ingiustizie e speranze, di solitudini e compagnie, di dolori e gioie.
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VLADIMIR KUSH, “LA SALITA DELLO SPIRITO”
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LA FRASE DEL GIORNO
Sono un uomo e nulla di ciò che è umano mi è estraneo..
TERENZIO, Heautontimoroumenos
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