mercoledì 6 aprile 2016

Se un mattino d’aprile

 

ATTILIO BERTOLUCCI

IN UN TEMPO INCERTO

Se un mattino d’aprile già la glicine
per i quartieri che furono agiati
chiama la pioggia,
anche per noi intimo si fa il giorno,
il passero alla siepe fa ritorno.

Così da uno all’altro camminando
facilmente all’ingiù, quasi un saluto,
camminando all’insù
con lento sforzo, ci si manda, ansiosi
che si sciolgano i cieli nuvolosi.

Ma s’arriccia sul muro il calendario
al tepore del sole, torna fuori
ogni uomo e animale:
chi spera più la pioggia, chi ricorda
il mattino nel mezzogiorno che assorda?


(da In un tempo incerto, Garzanti, 1955)

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Tempo atmosferico e tempo cronologico si fondono nello scenario primaverile di questa poesia di Attilio Bertolucci: sembra di sentire l’odore della pioggia nell’aria, di vedere le goccioline pendere dai profumati fiori viola del glicine. La gente che cammina per quella strada ora un poco decaduta manifesta l’impazienza del cambio di stagione, il desiderio che il cielo si metta al bello, che quel tempo come sospeso riprenda finalmente a scorrere, che quell’incertezza – o inquietudine – infine si sciolga in quel mattino di provincia.

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Snell

MICHELE SNELL, “WISTERIA GATE”

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LA FRASE DEL GIORNO
Accogli felice i doni del tempo presente
.
ORAZIO, Odi




Attilio Bertolucci (San Prospero Parmense, 18 novembre 1911 – Roma, 14 giugno 2000), poeta italiano. Le sue opere poetiche sono il risultato di una felice contaminazione tra eredità ermetica e capacità di tradurre ogni astratta eleganza in un discorso poetico naturale.


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