NASOS VAGHENÀS
BALLATA DELL’AMANTE INSICURO
Scrivere il tuo nome sopra i vetri
appannati,
attendere in stazioni dove hai atteso
per ore,
son cose che non danno né gioia
né dolore.
Suono azzurro, ancestrale, altissimo
profumo,
la tua voce scintilla come lacrima
angelica.
Ma il mio amore è l’amore degli Otelli.
E quando mi rinfòcola e quando mi
addormenta,
rabbrividisco e vedo innanzi Iago.
Mi dico: lega i giambi con lo spago.
Le poesie sono fiori molto esili,
nutriti dalla cònsona tristezza.
E l’ira, se si accumula, li spezza.
(da Ballate oscure, Crocetti, 2006 - Traduzione di Filippomaria Pontani)
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“La poesia può o non può essere ispirata dall'attualità. Però si nutre dell'attualità profonda, dalla quale può anche essere ispirata. Io raramente sono ispirato dai grandi eventi di cronaca” disse in un’intervista al Messaggero il poeta greco Nasos Vaghenàs. Quello che è certo è che la poesia si impone nel nostro quotidiano, si nutre delle piccole grandi cose, dei sentimenti, delle emozioni, come accade all’amante insicuro – lo stesso Vaghenás naturalmente – capace di rendere in rima questa sua gelosia.
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FOTOGRAFIA © PAUL HOFFMANN
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LA FRASE DEL GIORNO
Una persona competente e sicura di sé è incapace di ogni sorta di gelosia. La gelosia è invariabilmente sintomo di insicurezza neurotica.
ROBERT HANSON HEINLEIN, Lazarus Long l’immortale
Nasos Vaghenas (Drama, 8 marzo 1945, poeta e traduttore greco della Generazione del’70. Studioso di Seferis, nei suoi versi tenta di riconsacrare la parola poetica, rivitalizzandone l’uso, il ritmo, l’importanza del verso libero, restituendo la grazia naturale di una autorialità non scambiabile.
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