PRIMO LEVI
IL TRAMONTO DI FOSSOLI
Io so cosa vuol dire non tornare.
A traverso il filo spinato
Ho visto il sole scendere e morire;
Ho sentito lacerarmi la carne
Le parole del vecchio poeta:
«Possono i soli cadere e tornare:
A noi, quando la breve luce è spenta,
Una notte infinita è da dormire».
7 febbraio 1946
(da Ad ora incerta, 1984)
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A Fossoli (frazione del comune di Carpi), nel 1942 venne allestito dagli italiani un campo di prigionia per gli Alleati catturati in Nordafrica; dal dicembre 1943 al novembre 1944 divenne il principale campo di concentramento e transito per i prigionieri ebrei rastrellati in Italia dalle SS e dai fascisti. Primo Levi , catturato in Val d’Aosta a metà dicembre, vi arriva il 21 gennaio 1944: vi rimarrà un mese, prima di essere messo su un treno diretto ad Auschwitz. Quel tramonto dietro il filo spinato è pieno d’angoscia e a Levi richiama i versi del Carme 5 di Catullo: “Soles occidere et redire possunt / nobis cum semel occidit brevis lux / nox est perpetua una dormienda”. La metafora dello scorrere della vita umana si tinge dell’oscurità calata nel cuore di quelli che dovrebbero essere uomini ma che si rivelano come insensate bestie feroci.
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LA FRASE DEL GIORNO
Mio Dio, sono tempi tanto angosciosi. Stanotte per la prima volta ero sveglia al buio con gli occhi che mi bruciavano, davanti a me passavano immagini su immagini di dolore umano.
ETTY HILLESUM, Diario 1941-1943
Primo Michele Levi (Torino, 31 luglio 1919 – Torino, 11 aprile 1987), scrittore, partigiano e chimico italiano, autore di racconti, memorie, poesie e romanzi. Arrestato dalla milizia fascista il 13 dicembre 1943, fu rinchiuso nel campo di Fossoli e poi ad Auschwitz. Raccontò la terribile esperienza in Se questo è un uomo, La tregua e I sommersi e i salvati.
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