MARIO LUZI
AH, TU NON RESTI INERTE NEL TUO CIELO
Ah, tu non resti inerte nel tuo cielo
e la via si ripopola d’allarmi
poiché la tua imminenza respira contenuta
dal silenzio di lucide pareti
e dai vetri che fissano l’inverno.
Camminare è venirti incontro, vivere
è progredire a te, tutto è fuoco e sgomento.
E quante volte prossimo a svelarti
ho tremato d’un viso repentino
dietro i battenti d’un’antica porta
nella penombra, o a capo delle scale.
(da Quaderno gotico, 1947)
La donna è la protagonista delle 14 liriche raccolte da Mario Luzi nella plaquette del 1947 Quaderno gotico. È una donna che discende dallo Stilnovo e che richiama i Canzonieri medioevali come quello di Guido Cavalcanti: “Chi è questa che vèn, ch’ogn’om la mira, / che fa tremar di chiaritate l’âre / e mena seco Amor, sì che parlare / null’omo pote, ma ciascun sospira”. È una donna trascendentale, idealizzata, una figura superiore che può essere salvifica e condurre alla pienezza quella che scaturisce dalla penna di Luzi, provato da cinque anni di guerra.
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DANTE GABRIEL ROSSETTI, “LA GHIRLANDATA”, PART
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LA FRASE DEL GIORNO
Di nuovo gli astri d'amore traversano / lucidi sulle nostre teste opache / là dove noi scendiamo inconsapevoli / su opposte rive.
MARIO LUZI, Quaderno gotico
Mario Luzi (Castello di Firenze, 20 ottobre 1914 – Firenze, 28 febbraio 2005), poeta italiano, fu uno dei grandi rappresentanti dell’Ermetismo. Più volte candidato al Nobel, fu insignito della Legion d’Onore. Fu Accademico della Crusca e senatore a vita.
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