KOSTAS KARYOTAKIS
NOI SIAMO CETRE
Noi siamo cetre un poco sgangherate.
Il vento, quando passa sulle corde,
come catene sospese, risveglia
dei versi, dei rumori dissonanti.
Noi siamo antenne un poco singolari.
Come dita s’innalzano nel caos,
in cima ad esse echeggia l’infinito,
ma ben presto cadranno giù, spezzate.
Noi siamo sensazioni un po’ disperse
senza speranza di concentrazione.
Nei nostri nervi tutto si confonde.
Ci duole il corpo, duole la memoria.
Ci scacciano le cose, e la poesia
è il rifugio che sempre più invidiamo.
(da Elegie e satire, 1927)
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Kostas Karyotakis, poeta greco, il 21 luglio del 1928, andò a sedersi sotto un eucalipto sulla riva del mare ad Agios Spyridon e si sparò un colpo di rivoltella: evidentemente quel “dolore della memoria” che la maggior parte di noi è in grado di sostenere, divenne un fardello troppo pesante per la sua anima poetica, tesa a superare l’impasse di quella generazione degli Anni ‘20 e quel trauma spirituale che non riusciva a risolvere, neppure con la poesia.
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GUSTAV KLIMT, “LA MUSICA”
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LA FRASE DEL GIORNO
S’ergono sulla sabbia le grandi opere umane / e il Tempo, come un bimbo, col piede le rovescia.
KOSTAS KARYOTAKIS, Elegie e satire
2 commenti:
...sentimento...riflessione....ragione.
......musica per gli occhi questa poesia.
ciaoo Vania
l'anima poetica
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