ANTONIA POZZI
PAURA
Nuda come uno sterpo
nella piana notturna
con occhi di folle scavi l'ombra
per contare gli agguati.
Come un colchico lungo
con la tua corolla violacea di spettri
tremi
sotto il peso nero dei cieli.
Milano, 19 ottobre 1932
(da Parole, 1939)
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Due semplici immagini, bellissime… E la tormentata poetessa milanese Antonia Pozzi descrive pienamente la paura, emozione che può essere anche buona se non diventa alla fine un freno, una zavorra che blocca a terra e impedisce i voli. È straordinario pensare alla paura come un colchico violetto che trema sotto un cielo temporalesco o come uno sterpo nel buio, in balia degli elementi e dell’ignoto..
FOTOGRAFIA © AU FIL DU THYM
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LA FRASE DEL GIORNO
Accade invariabilmente che il punto di partenza della saggezza sia la paura.
MIGUEL DE UNAMUNO
Antonia Pozzi (Milano, 13 febbraio 1912 – 3 dicembre 1938), poetessa italiana. Laureatasi in Filologia con una tesi su Flaubert, si tolse la vita dopo una contrastata storia d’amore. Il suo diario poetico Parole fu pubblicato postumo, nel 1939: composto a partire dai diciassette anni, riflette un'amara e inquieta sensibilità in cui si avverte l'influsso della lirica di Rilke.
3 commenti:
...bellissima "immagine"...anche la foto...in questo periodo...risalta notevolmente.
..la frase del giorno...una piccola perla.:)
ciaoo Vania
..periodo=stagione
Trovo sempre ispirazione nei versi di Antonia Pozzi: precisi, affilati
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