WINÉTT DE ROKHA
IL SOGNO DELLE ALGHE
Nel mio ventaglio di corallo sono dipinte le rotte perdute del mare,
nel mio ventaglio di corallo.
I ricordi che dormono nelle cassapanche di mogano,
pettinano i loro capelli di alghe sottomarine con un pettinino di fumo,
inciso da un folletto giallo
che ha infilato, in ogni dente, un bacio dell’aurora.
Luminosa è la spiaggia e i piedi nudi della luna la ingrossano dolcemente.
Le parole del mare salgono con la marea:
alghe, scogli, gabbiani, faro, barche, spume e onde,
sovrane, femminili e infinite onde!
Il sogno delle alghe, conserva un segreto
scritto in sette perle del colore di una favola blu,
quando le donne entrano nude nella seta dell’oceano.
(da Oniromancia, 1943)
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Winétt de Rokha, poetessa cilena, “lavorò a un linguaggio poetico assolutamente moderno come intendeva Rimbaud, nuovo in sé, sorto dalla colonna vivente di questo tempo scosso. E nella sua visione drammatica e essenziale delle cose e le loro radici e il loro sangue, arrivò a zone di terra vergine e inesplorata, di insospettata profondità”: così ne tracciava il profilo il figlio Carlos. E possiamo apprezzare da questi versi sospesi in un simbolismo onirico quanto vera sia la sua affermazione: quel mare di spume e di onde, quell’universo dove le cose si scompongono e si ricompongono costruisce una mappa sulla quale cercare quelle “rotte perdute” del primo verso.
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BONNIE BUTLER, "ALGA ARTICA"
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LA FRASE DEL GIORNO
Ascolto ondeggiare in lontananza / i miei sogni spezzati – vele di un amato vascello perduto.
WINÉTT DE ROKHA, Oniromancia
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