JORGE TEILLIER
LA BELLA ADDORMENTATA DEL XX SECOLO
Elle avoit eu le temps de songer..."
Charles Perrault.
Cosa sognava la Bella Addormentata
nel suo sogno che durò cent’anni?
Sognava la musica muta
di oboe impolverati,
o il bollire di pentole
trascurate dalle cuoche?
Sognava i lavori
di sua sorella la Primavera
che senza sforzo le preparava
un merletto di peschi
per le sue nozze infinite?
O quei ditali d’oro
che lei dimenticò di consegnarle
perché gli aghi la amassero?
Talora sognava di essere una cerva
e che il cuoco pietoso
la feriva per salvare la nuora da un’orchessa.
O sognava che suo figlio era il giorno
e l’aurora sua figlia
e che suo nonno era il tempo
e pretendeva di divorarli.
Talora sognava boschi
dove non c’erano scoiattoli né lupi,
né principi che smarriscono la strada
né bambini che credono alle fate.
Talora sognava tempi
in cui domandarsi cos’è un uccello
e nei quali la luna è solo
una moneta inservibile.
Amico, non chiedere mai
cosa sognava la Bella Addormentata,
ricordati questo proverbio:
non c’è miglior risveglio che il sogno.
(da Para un pueblo fantasma, 1978)
.
Il mondo fatato del sogno è protagonista di questa “controfavola” del poeta cileno Jorge Teillier, che rilegge la celebre fiaba di Perrault con la Bella Addormentata, rovesciandola: non è l’intervento del Principe Azzurro il deus ex machina che risolve la storia, ma il lungo susseguirsi del sogno – “una seconda vita” come scrisse Gerard de Nerval – a essere importante. Se poi andiamo a considerare quel XX secolo aggiunto da Teillier al titolo, possiamo anche addentrarci in qualche riflessione quasi sociologica: al romanticismo dell’Ottocento è subentrato un realismo dal quale fuggire cercando il tranquillo rifugio del sogno.
.
HENRY MEYNELL RHEAM, “SLEEPING BEAUTY”
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LA FRASE DEL GIORNO
Sappiamo quanto sia rosso e dolce il vino dei sogni.
HERMANN HESSE, L’ultima estate di Klingsor
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