martedì 14 ottobre 2008

Il canto delle Sirene


GIUSEPPE UNGARETTI

SIRENE


Funesto spirito
Che accendi e turbi amore
Affine io torni senza requie all'alto
Con impazienza le apparenze muti,
E già, prima ch'io giunga a qualche meta,
Non ancora deluso
M'avvicini ad altro sogno.
Uguale a un mare che irrequieto e blando
Da lungi porga e celi
Un'isola fatale,
Con varietà d'inganni
Accompagni chi non dispera, a morte.

(da Sentimento del tempo, 1933)


«È l'ispirazione, che è sempre ambigua, che in sé contiene uno stimolo e una verità illusoria, l'inquietudine di cui si diceva prima; è la musa sotto forma di sirena, e nella poesia è presente, appunto, l'isola fatale, l'isola delle sirene incontrata da Ulisse nel suo viaggio».

Sono le parole usate da Giuseppe Ungaretti per delineare il significato di "Sirene", poesia inserita in "Sentimento del Tempo", raccolta ricca di figure mitologiche cui il poeta ricorre per rappresentare i suoi stati d'animo.

E le Sirene passano a incarnare l'ispirazione, la musa poetica che si palesa ancora in abbozzo, la materia informe simile al blocco di marmo dello scultore, alla tela bianca dove il pittore intravede già qualcosa ma non ancora tutto. Così ascoltare quel canto di Sirena può portare ad una poesia oppure perdersi in altri rivoli, negare i versi come il mare nasconde alla vista del marinaio l'isola quando solleva onde di tempesta per poi farla riapparire nelle bonacce. Il poeta è quindi questo navigante, Ulisse appunto, come lo stesso Ungaretti precisa nella nota: è l'uomo che segue l'ispirazione e si lascia condurre nell'avventuroso viaggio tra bellezze inestimabili e pericoli orribili, tra verità che sono forse false e menzogne che sono forse vere, senza accorgersi che tutto quanto è un'illusione.

In alcuni versi appartenenti ad una lunga strofa tagliata, presente nell'edizione Solaria del 1928, Ungaretti scrive: "Crudele, tu nudi le idee. // Mente funesta. / So che turbi amore, e non t'amo. // Ma non ho requie, / Rinnuovo la salita". Il poeta quindi non ha scampo: la Musa/Sirena lo seguirà per tutta la vita.

Non ho mai spiegato compiutamente perché questo blog si intitoli "Il canto delle Sirene": oggi può risultare chiaro. Le Sirene sono le voci della poesia e della letteratura, sono i canti che si levano ad ammaliare il nostro udito.


Edward John Poynter, "The Siren", 1864



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LA FRASE DEL GIORNO
La poesia è l'espressione, mediante il linguaggio umano ricondotto al suo ritmo essenziale, del senso misterioso degli aspetti dell'esistenza.
STÉPHANE MALLARMÉ




Giuseppe Ungaretti (Alessandria d’Egitto, 8 febbraio 1888 – Milano, 1º giugno 1970) è uno dei tre grandi poeti dell’Ermetismo italiano. Trasferitosi a Parigi nel 1912, prese parte alla Prima guerra mondiale nelle trincee del Carso e poi in Champagne. Dal 1935 al 1942 insegnò in Brasile e dal 1947 al 1965 fu professore di letteratura moderna alla Sapienza.


2 commenti:

Anonimo ha detto...

Sai Daniele, ho sempre percepito il nome del tuo Blog "Il canto delle Sirene" come una riuscitissima ed ideale rappresentazione della magia della nostra amica e musa Poesia...
(Godibilissimo questo tuo post, che ci presenta il rapporto ungarettiano con il medesimo tema...)
Luciana - www.comoinpoesia.com

DR ha detto...

I poeti lo sanno, porgono orecchio, si lasciano ammaliare. E la Musa canta, soffia la sua ispirazione...