martedì 4 giugno 2024

Nel cielo è giorno


JORGE LUIS BORGES

ULTIMO SOLE A VILLA ORTÚZAR

Sera come di Giudizio Universale.
La strada è una ferita aperta nel cielo.
Non so più se fu Angelo o un tramonto il chiarore che ardeva nel profondo.
Insistente, come un incubo, pesa su di me la distanza.
All'orizzonte le duole un reticolato.
Il mondo è come inservibile e gettato via.
Nel cielo è giorno, ma la notte è traditrice nei fossi.
Tutta la luce è nelle pareti azzurre e in quel baccano di ragazze.
Non so più se è un albero o se è un dio quello che appare attraverso il recinto arrugginito.
Quanti paesi contemporaneamente: la campagna, il cielo, la periferia.
Oggi sono stato ricco di strade e tramonti taglienti e la sera in uno stato di torpore.
Lontano, ritornerò alla mia povertà.

(da Luna di fronte, 1925)

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Jorge Luis Borges costruisce un’atmosfera in cui si intrecciano divino e terreno: il tramonto del resto è il momento del giorno in cui è più facile interrogarsi sull’esistenza. Ma la luce che cade su Villa Ortúzar, quartiere di Buenos Aires, non è in grado di fornire risposte, rimane il dubbio, la perplessità del poeta: “Credo che i miei giorni e le mie notti sono uguali in povertà e ricchezza a quelli di Dio e a quelli di tutti gli uomini”.

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FOTOGRAFIA © PXHERE

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  LA FRASE DEL GIORNO  

Sempre è commovente il tramonto / per indigente o sgargiante che sia, / ma più commovente ancora / è quel brillìo disperato e finale / che arrugginisce la pianura / quando il sole ultimo si è sprofondato.
JORGE LUIS BORGES, Fervore di Buenos Aires

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Jorge Francisco Isidoro Luis Borges Acevedo (Buenos Aires, 24 agosto 1899 – Ginevra, 14 giugno 1986), scrittore, poeta, saggista, traduttore e accademico argentino. Creatore di un genere oggi designato “borgesiano”, a definire una concezione della vita come storia, come finzione, come opera contraffatta spacciata per veritiera, come fantasia o come reinvenzione della realtà.


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