GHIANNIS RITSOS
FOTOGRAFIA A COLORI
La vecchia sciacqua i cesti della vendemmia sulla spiaggia –
fazzoletto nero, vestiti neri in bel risalto
sull’azzurro del mare. Più avanti il forno
profuma di pane caldo. I giardini traboccano
di fiori rossi, gialli, viola. Foglie e acque
si scambiano messaggi, s’intrecciano, compongono
una piccola musica quasi erotica. Strano
che tu senta ancora, che odori, che tu veda ancora
e non ti salga alle labbra nemmeno una parola.
(da Il funambolo e la luna, Crocetti, 2005 – Traduzione di Nicola Crocetti)
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I colori sono protagonisti di questi versi tardi del poeta greco Ghiannis Ritsos: ammantano le consuete allegorie, la vecchiaia, il mare, il forno, risaltano in quello che è quasi lo scenario di un rito, di quell'attesa del "definitivo ormeggio" nel buen retiro di Karlovasi: “E aspetti la sera tutto solo / casomai le stelle proseguano con segnali segreti / quella tua appartata cerimonia religiosa”.
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LA FRASE DEL GIORNO
E noi non sapevamo che diavolo gli prenda ogni tanto alla poesia / che scaglia contro le ciance arroganti degli altissimi venti / versi spensierati dai capelli sciolti.
GHIANNIS RITSOS, Il funambolo e la luna
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