venerdì 7 agosto 2020

Guardami dai tuoi occhi


GEMMA GORGA

LIBRO DEI MINUTI, 20


La prima luce del giorno entra dalla finestra e lo specchio si apre con delicatezza, come una bibbia dalle pagine quasi trasparenti. Scalza, mi alzo dal letto e mi avvicino con l’intenzione di leggermi. Ma. si sa, l’occhio non può guardarsi né la parola pronunciarsi da sola - le piastrelle, così fredde, sembrano fatte dello stesso materiale del silenzio-. Torno a letto e mi raggomitolo sotto il piumone caldo del tuo sogno. Quando ti sveglierai, guardami dai tuoi occhi, pronunciami dalle tue labbra, dimmi che vengo dal tuo essere.

(da Libro dei minuti, 2006)

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“Ora sono un lago. Una donna si china su di me, / cercando nella mia distesa ciò che essa è veramente”: è lo specchio di Sylvia Plath a parlare, “l’occhio di un piccolo dio, quadrangolare”. La poetessa catalana Gemma Gorga però non riesce nella prosa poetica del Libro dei minuti a riconoscersi senza un tu, senza l’altro, senza l’amato. Ed è a lui che chiede questa sua identificazione, questa certificazione dell’essere.

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ALIA E. EL BERMANI, “CASSANDRA”

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LA FRASE DEL GIORNO
Scrivo fondamentalmente per scoprire, per sapere ciò che non sapevo prima di scriverlo, per capire quello che inizialmente è chiuso alla comprensione.
GEMMA GORGA, Núvol, 4 luglio 2015




Gemma Gorga i López (Barcellona, 1968), poetessa catalana. Laureata in Filologia Spagnola, insegna all’Università di Barcellona. La sua poetica, iniziata con Ocellania nel 1997 e proseguita con la prosa poetica di Libro dei minuti, è un'ossessiva ricerca di costruzione sul disordine.


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